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Presentazione del volume di scritti di Lucia Criscuolo
Bologna, 13 dicembre 2024, 17.30
leggiSAEG IX - Seminario Avanzato di Epigrafia Greca 2025
Roma, 8-10 gennaio 2025 Programma
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Foggia, 14-15 novembre 2024
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Bologna EpiDoc Workshop 2019
Bologna, 27-31 maggio 2019
Resoconto di Matteo Rivoli
leggiSAEG 5° Seminario Avanzato di Epigrafia Greca
Torino, 18-20 gennaio 2017
Resoconto di Francesca Giovagnorio
leggiEpiDoc Workshop Bologna 2016
Bologna, 12-14 settembre 2016
Resoconto di Irene Nicolino
leggiEpidoc training workshop
Alma Mater Studiorum Università di Bologna, 7-10 maggio 2013
Resoconto di Stefano Tropea
Nel corso di quattro splendide giornate di primavera si è tenuto presso il laboratorio informatico della sezione di Storia Antica del Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà il training workshop di EpiDoc, organizzato per la seconda volta nell’Ateneo felsineo dopo la prima felice esperienza del gennaio 2011 (per cui si veda il resoconto della Dr. Alice Bencivenni al link http://www.siteg.it/index.php/news/view/epidoc-sosol-training-workshop). Introdotto e coordinato dalla Prof.ssa Lucia Criscuolo, il laboratorio è stato affidato alla sapiente guida di Pietro Liuzzo (Bologna-Heidelberg) e della Dr. Ljuba Merlina Bortolani (Bologna), i quali hanno riproposto il modello dell’analogo workshop internazionale svoltosi dal 22 al 25 aprile 2013 all’Institute for Classical Studies di Londra sotto la supervisione di Gabriel Bodard (KCL), James Cowey (Heidelberg), Simona Stoyanova (KCL) e Charlotte Tupman (KCL).
Lo scopo dichiarato del corso era di introdurre un gruppo di giovani ricercatori di diversa età e provenienza all’affascinante e complesso mondo della codificazione digitale di documenti epigrafici e papiracei secondo il sistema di marcatura testuale EpiDoc che, a partire dagli standard della TEI (Text Encoding Initiative) per la rappresentazione dei testi in forma digitale, raggruppa una serie di linee guida per l’applicazione del linguaggio XML (eXtensible Markup Language) alla pubblicazione dei documenti antichi. In particolare, il workshop era finalizzato all’insegnamento dell’utilizzo dei tags, dei "marcatori", caratteristici di XML soprattutto nella loro specificazione codificata dallo Schema di EpiDoc. Grazie a queste operazioni di marcatura praticamente ogni parte o quasi ogni singola parola dell’edizione di un testo può essere racchiusa in uno o più tags che, come "scatole" digitali, codificano informazioni non solo in relazione all’aspetto del testo e quindi alla sua formattazione (e.g. l’apparire di una parentesi quadra in sostituzione di un’integrazione secondo le convenzioni di Leida), ma soprattutto in relazione al suo significato semantico (e.g. possiamo segnalare che la porzione di testo interessata è stata integrata in quanto perduta a prescindere dall’apparire del simbolo grafico "parentesi quadra"): ciò permette all’editore di raggiungere una profondità descrittiva spesso assente nelle edizioni cartacee, ma allo stesso tempo di mantenere grande libertà, poiché molti marcatori possono essere aggiunti o esclusi e anche personalizzati in funzione delle scelte dell’editore nella visualizzazione e nella resa del documento senza comprometterne la codifica dei significati semantici espressi nei diversi tags.
Il primo giorno di laboratorio si è aperto con una breve ma densa introduzione generale a EpiDoc e alla marcatura digitale dei testi documentari mirata alla realizzazione di pubblicazioni elettroniche di alto valore scientifico in grado di includere, sotto molteplici forme e per i più disparati utilizzi, tutte le informazioni presenti in un testo. Nello specifico, vale la pena di sottolineare la grande praticità di questi strumenti di codifica, che permettono di indicizzare con estrema semplicità una quantità infinita di dati e di metterli poi in relazione tra loro anche nell’ottica di progetti come Linked Open Data e rendendo di per sé possibile, grazie ad un formato di dati "machine readable" leggibile dall’uomo, il collegamento tra diversi database e la collaborazione tra differenti gruppi di ricerca impegnati in distinti progetti di edizione digitale. Altro notevole pregio di questo nuovo modo di lavorare è poi la grande velocità di aggiornamento dei sistemi e di riedizione dei dati, nonché la possibilità di creare sempre più dettagliati modelli di tagging in grado di appagare tutte le esigenze editoriali che si possono presentare nella pubblicazione di un documento antico. La giornata si è poi conclusa con l’illustrazione di alcuni dei numerosi tags che caratterizzano il sistema EpiDoc e dei loro valori semantici in relazione alle normali convenzioni editoriali di testi epigrafici e papiracei, presentate e spiegate con esaustivi esempi nelle Guidelines (per l’elenco completo si veda il sito http://www.stoa.org/epidoc/gl/dev/index.html), e infine con l’impostazione del più utilizzato programma digitale che rende possibile l’applicazione di questi principi informatici, Oxygen XML Editor.
Il secondo intenso giorno di laboratorio è stato totalmente dedicato alla spiegazione dei numerosi meccanismi di mark-up, tra i quali è opportuno menzionare la marcatura degli attributi "certainty" e "precision", volti a indicare il grado di precisione dell’interpretazione di un dato, ma anche lo scioglimento di simboli, abbreviazioni e segni, la marcatura di nomi di luogo, di persona o di semplici sostantivi e infine la definizione cronologica relativa a un documento o a un elemento in esso contenuto. Dopo una prima esercitazione assegnata ai nuovi adepti di EpiDoc, che ha subito messo alla prova una classe totalmente persuasa dalla possibilità di pubblicare online ogni tipo di documento antico, si è passati a dimostrare l’importanza della struttura da conferire al proprio progetto di digitalizzazione, provvedendo in particolare a illustrare la corretta realizzazione informatica di un apparato critico completo, comprendente commenti, osservazioni e letture dei diversi editori (appositamente classificati in una lista bibliografica correlata al documento), e le varie divisioni e sottodivisioni strutturali o di layout sia del testo originario sia del file digitale.
Particolarmente significative sono state poi le nozioni impartite ai partecipanti in merito alla funzione delle Authority lists come strumento per raccogliere, sistematizzare e arricchire i metadati di un file: dato un file o un gruppo di file ben marcati, risulta facile estrapolare liste che vadano a costituire l’ossatura di un vocabolario di controllo che, una volta arricchito in quanto tale e provvisto di ulteriori metadati relativi alle diverse caratteristiche di un monumento e alla tipologia dell’iscrizione, può essere riportato in modo coerente e consistente nel testo. Si può inoltre scegliere di fare riferimento a server esterni in grado di raccogliere un gran numero di informazioni aggiuntive (come mappe online, liste di persone e di luoghi ecc.) e partecipare a standard comuni in grado di dare coerenza tramite la cooperazione ai più diversi progetti. Al fine di proiettare i discepoli di EpiDoc nella prospettiva futura delle scienze antichistiche, i due maestri si sono inoltre preoccupati di presentare alla classe il nuovo progetto EAGLE Europeana (Network of Ancient Greek and Latin Epigraphy), che si propone, tra le altre cose, di creare un grande archivio elettronico (EDR, EDH, EDB, HE, LSA, PETRAE etc.) contenente i dati relativi all’edizione, alla traduzione e al commento di un numero sconfinato di documenti epigrafici provenienti da ogni parte del mondo antico, mettendo così in relazione diversi progetti di ricerca attualmente in corso e rendendo possibile la creazione di alcune nuove Authority lists generali a cui altri progetti potranno contribuire e conseguentemente far riferimento. Al termine del secondo giorno di laboratorio gli allievi si sono poi misurati entusiasticamente con alcune esercitazioni che consentissero loro di sperimentare l’applicazione dei metodi di marcatura digitale assimilati a livello teorico nelle ore precedenti, permettendo al gruppo di confrontarsi direttamente con i numerosi linguaggi di codificazione testuale propri del sistema.
Nella mattina della terza giornata il workshop è proseguito con la spiegazione di altri procedimenti di tagging dei dati focalizzandosi sull’"Object description" relativa al supporto delle epigrafi, sull’analisi delle caratteristiche del testo, sui riferimenti visivi a un documento iscritto (Figures and facsimile) e sulla bibliografia di un’edizione. Successivamente si è passati a illustrare un potente mezzo di trasformazione dei dati quale l’XSLT (eXtensible Stylesheet Language), un codice di programmazione che permette, tra le altre cose, di convertire i dati XML in formati come HTML, PDF, TXT ecc. Si sono poi affrontati i principi di base della sintassi separata che consente di determinare la resa grafica e stilistica del testo raccolti nel sistema CSS (Cascading StyleSheets). A tal proposito vale la pena di segnalare anche una pubblicazione molto interessante e di grande aiuto per chi volesse approcciarsi ai codici di conversione dei dati nell’ambito della codificazione digitale dei testi antichi: Michael Kay, XSL 2.0 and XPath 2.0. Programmer’s reference, Indianapolis 20084.
Dopo aver brevemente salutato in video-conferenza Gabriel Bodard (KCL), uno dei principali promotori dei progetti internazionali di digitalizzazione dei documenti antichi, la classe è stata introdotta, ancora una volta in video-conferenza, da James Cowey (Heidelberg) a Papyri.info e all’utilizzo del sistema Leiden+, un evoluto strumento di marcatura testuale utile per creare e modificare edizioni di documenti papiracei in maniera semplice e veloce. Il Professor Cowey ha così spiegato ai partecipanti come applicare correttamente i principi di EpiDoc in una pubblicazione ufficiale su un sito che raccoglie le edizioni digitali di un immenso numero di testi papiracei. Il sistema semplifica notevolmente i meccanismi di marcatura traducendo in pochi semplici passaggi le regole di applicazione dei tags in XML, come ad esempio per ciò che concerne lo scioglimento delle abbreviazioni e dei simboli alfanumerici.
L’ultimo giorno di laboratorio è stato interamente dedicato alle esercitazioni con Oxygen su documenti più complessi sia dal punto di vista strutturale sia nei contenuti del testo, permettendo ai nuovi membri della community di EpiDoc di affinare sempre più le loro capacità di creare edizioni digitali, con l’augurio di poter in futuro lavorare con maggior dimestichezza a veri e propri progetti di pubblicazione elettronica, dando così la possibilità alle discipline documentarie della ricerca antichistica di svilupparsi ulteriormente verso il mondo della tecnologia nella prospettiva di una diffusione mondiale delle testimonianze che costituiscono l’anima di questi ambiti scientifici.