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ERGASTHRION ‘ Lavori in corso’ di Epigrafia Greca
Facoltà di Scienze Umanistiche – Biblioteca di Storia ed Epigrafia Greca
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
a.a. 2009/2010
L’idea di questi seminari, iniziati a novembre 2009, è nata dal desiderio comune di laureandi, dottorandi, giovani studiosi e docenti di creare un’occasione per un confronto di idee e per una comunicazione reciproca sulle ricerche personali in corso. Gli incontri, cui hanno partecipato anche gli studenti dei corsi della Laurea Triennale e della Specialistica e studiosi di altre Università, si sono rivelati molto proficui e stimolanti. Gli interventi e le vivaci discussioni sugli argomenti e sui testi trattati hanno portato a molti chiarimenti e, in alcuni casi, alla conclusione dei propri “lavori in corso”: articoli, studi, tesi di laurea, argomenti legati a tesi di dottorato. Nell’ambito dei seminari sono state promosse anche altre attività, connesse alle lezioni dei corsi di Epigrafia e Antichità Greche, come le visite ad alcune collezioni epigrafiche e a siti archeologici.
La felice esperienza proseguirà nel prossimo anno accademico, a partire dal mese di ottobre, con una periodicità più regolare, mantenendo il suo carattere di ‘apertura’ a chiunque volesse far conoscere e discutere le proprie ricerche di carattere epigrafico o antichistico, purché connesse a temi epigrafici.
Gabriella Bevilacqua
3 novembre 2009
PAOLA PUCCIA, IL DECRETO DI CENTURIPE: ‘RINNOVO’ DELLA ΣΥΓΓΕΝΕΙΑ TRA CENTURIPINI E LANUVINI*
L’iscrizione, incisa su un blocco di calcare e mutila probabilmente delle sue ultime quattro righe, fu rinvenuta a Centuripe, in località Acquamara. Si tratta della copia, in lingua greca, del decreto emesso dal senato di Lanuvio in favore dei Centuripini, per il ‘rinnovo’ del patto di parentela (συγγένεια), di ospitalità (ξενία) e di ‘familiarità’ (οἰκειοσύνα) tra le due città, legate dalla comune discendenza da Enea, secondo una tradizione diffusa a partire dal III sec. a.C. Non è possibile stabilire la datazione esatta del decreto, che oscilla tra la prima e la seconda metà del I sec. a.C., sulla base di dati paleografici, storici e istituzionali in esso individuabili.
*Prima delle tre relazioni presentate nel corso della preparazione della tesi di laurea in Epigrafia Latina ‘I Romani in Sicilia. Considerazioni epigrafiche’, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, poi discussa il 29 marzo 2010; relatore: prof.ssa Silvia Orlandi, correlatore: dott.ssa Gabriella Bevilacqua.
10 novembre 2009
ILARIA BULTRIGHINI, GLI HOROI RUPESTRI DELL’ATTICA*
Un vivace e nutrito dibattito è in corso nel tentativo di definire con maggiore precisione quale fosse l’effettiva natura dei demi clistenici: unità territoriali delimitate da confini chiaramente definiti o unità più propriamente “costituzionali”, ossia insiemi di cittadini aventi in comune un determinato demotico ma non necessariamente residenti in un settore dell’Attica caratterizzato da limiti ben precisi? In tale contesto un ruolo decisivo sembra essere svolto da diverse serie di documenti epigrafici rupestri individuati in territorio attico e distribuiti per lo più su creste di catene montuose o colline, poste a loro volta in aree marginali rispetto ai centri demici. Si tratta generalmente di epigrafi contenenti la parola horos, le quali si trovano di regola in gruppi, caratterizzati dalla condivisione da parte delle singole iscrizioni di caratteri comuni quali dimensioni e forma delle lettere e disposizione lungo ipotetiche linee sul terreno, talvolta a distanza approssimativamente regolare l’una dall’altra. Tali caratteristiche nel loro complesso consentono di supporre che gli horoi in questione costituissero effettivamente i confini di determinati demi.
Nel presente studio la questione dell’effettiva natura dei demi clistenici è stata esaminata analizzando caso per caso la testimonianza offerta dagli horoi rupestri e ponendo tale approfondimento all’interno del più ampio contesto della documentazione epigrafica, letteraria ed archeologica connessa in vario modo all’argomento.
*Argomento connesso alla tesi di dottorato in Storia Antica, in corso di preparazione, “I demi costieri dell’Attica attraverso l’evidenza epigrafica”, Università degli Studi di Chieti “Gabriele D’Annunzio”; tutor: dott.ssa Gabriella Bevilacqua.
17 novembre 2009
GIULIO VALLARINO, UNA NUOVA RIPARTIZIONE CIVICA DA TARANTO
Dalla rilettura di un frammento iscritto di un bacino in ceramica acroma della fine del VI sec. a.C., proveniente dagli scavi presso il castello aragonese di Taranto e finora inteso come dedica votiva, è stato possibile riconoscere una formula onomastica, in cui figura l'abbreviazione di una nuova ripartizione civica finora non attestata a Taranto. Il documento è particolarmente rilevante nel quadro della storia delle istituzioni tarantine, soprattutto in ragione della sua relativa antichità: si tratta infatti della più antica attestazione di una sigla indicante una ripartizione civica a Taranto e una delle più antiche dell'intera Magna Grecia.
1 dicembre 2009
LAVINIO DEL MONACO, RIFLESSIONI IN MARGINE ALL’ORGANIZZAZIONE CIVICA DI LOCRI EPIZEFIRII*
La realtà istituzionale della colonia locrese trova molti paralleli oltre che nella Locride orientale (Cento Case, assemblea dei Mille) anche in quella occidentale (theokolia) e nel Peloponneso. In particolare, la presenza dei Duodeka a Locri e ad Argo è un dato di estremo interesse, che potrebbe riflettere un ampliamento del corpo civico dal modulo decimale, sotteso alle Hekaton oikiai e al consesso dei Chilioi, al modulo duodecimale: le stesse sigle anteposte ai nomi dei magistrati attestati sulle Tavole di Locri potrebbero essere in tutto 36, ovvero 12 per ciascuna delle 3 tribù. È probabile che la riorganizzazione della cittadinanza a Locri Epizefirii si inserisse in quello stesso piano di riforma, corinzio nel metodo e forse argivo nella sostanza, realizzato per impulso di Timoleonte nel rispetto delle autonomie locali e della storia istituzionale delle singole poleis.
*Esposizione preliminare della relazione tenuta in occasione del Convegno “Lo spazio ionico e le comunità della Grecia occidentale. Territorio, società, istituzioni” (Venezia, 7-9 gennaio 2010), a cura di Claudia Antonetti.
15 dicembre 2009
PAOLA PUCCIA, I FRAMMENTI DELLA BIBLIOTECA DEL c.d. GINNASIO DI TAORMINA
Durante gli scavi effettuati a Taormina, in momenti diversi, nell’area su cui oggi sorge un hotel, furono rinvenuti sei frammenti di intonaco bianco - quattro dei quali combacianti - con lettere dipinte in rosso, databili al II sec. a.C. Si tratta di lemmata bio-bibliografici di storici e filosofi, elencati in ordine alfabetico, che decoravano le pareti della Biblioteca del c.d. Ginnasio della città: quattro di essi, infatti, menzionano autori della storiografia antica (Callistene di Olinto, Filisto di Siracusa, Q. Fabio Pittore e un personaggio da identificare forse con Παραβάλλων Ἠλεῖος) e uno il filosofo presocratico Anassimandro. Di notevole interesse, per la sua problematica interpretazione, è il frammento relativo a Fabio Pittore poiché, nominando un Lanoios, incontrato da Enea in Sicilia prima del suo viaggio verso il Lazio, getta nuova luce sulla saga troiana relativa alla fondazione della città di Lanuvio.
14 gennaio 2010
GABRIELLA BEVILACQUA, LA CATACOMBA EBRAICA DELLA VIA PORTUENSE. VISITA AL LAPIDARIO EBRAICO (MUSEI VATICANI)
La visita si inserisce nel programma del modulo di Epigrafia Greca per la Laurea Triennale (a.a. 2009/2010): “Le iscrizioni come fonte per la conoscenza della società greca”. Parte integrante del corso è la conoscenza dei documenti greci conservati in alcune collezioni epigrafiche di Roma, con esercitazioni pratiche di lettura, trascrizioni e studio dei testi.
La collezione di iscrizioni ebraiche dei Musei vaticani (147 in tutto), greche in gran parte, oltre a costituire la testimonianza più completa della più antica ed estesa delle catacombe giudaiche romane, quella del Trastevere, si caratterizza come la maggiore raccolta museale esistente di iscrizioni giudaiche, offrendo un vero ‘spaccato’ della vita della comunità urbana nel III- IV sec. d. C.
19 gennaio 2010
SARA CAMPANELLI, DA DUE DEDICHE DI BEREA A ZEUS HYPSISTOS: RIFLESSIONI SULLA FUNZIONE CULTUALE DEI DIAKONOI NEL MONDO GRECO
Nell’ambito di una più vasta ricerca sull’associazionismo nel culto di Zeus / Theos Hypsistos in Macedonia, lo studio di due dediche alla divinità provenienti da Berea, nelle quali i diakonoi figurano come dedicanti (L. Gounaropoulou – M. B. Hatzopoulos, Επίγραφες κατω Μακεδονίας Α' (Επίγραφες Βέροιας), Athina 1998, nr. 26 e 28), ha offerto lo spunto per la raccolta e la disamina della documentazione epigrafica relativa a queste figure dai contorni sfuggenti, nel tentativo di definirne natura, status e funzione nei culti pagani, con particolare attenzione alle peculiarità locali e ai possibili nessi con l’associazionismo.
26 gennaio 2010
PAOLA PUCCIA, LA SICILIA GRECO-ROMANA: IL DECRETO DI AGRIGENTO (IGUR 2)
Il decreto, rinvenuto a Roma, è inciso su lastra bronzea. Esso sancisce il conferimento dell’onore della prossenia a Demetrio siracusano, figlio di Diodoto, che aveva agito a Roma in favore del popolo degli Agrigentini, anche se non è possibile stabilire l’entità di tale aiuto. È l’unico esempio siciliano che riporti il nome della tribù dorica degli Ὑλλεῖς. I problemi interpretativi posti dalla lettura del decreto sono relativi sia alla definizione del ruolo del προάγορος come magistrato, sia alla compresenza della βουλὰ e della σύγκλετος. Di quest’ultima si discutono il nome, il numero dei membri e il ruolo rispetto agli altri organi. Infatti, ammettendo che i termini βουλὰ e σύγκλετος non siano sinonimi e indichino due consigli diversi accanto all’assemblea popolare (ἁλία), si potrebbe pensare, per la città di Agrigento, ad un sistema legislativo tricamerale. La datazione proposta per il decreto è incerta e oscilla tra il III e il I sec. a.C.
23 febbraio 2010
LUCA BETTARINI, UN’ISCRIZIONE ARCAICA DA RODI (IG XII 1, 737): IL ‘SAMA’ DI IDAMENEUS
L’iscrizione rodia IG XII 1, 737 ( = CEG 459), databile all’inizio del VI sec. a.C., presenta difficoltà interpretative che riguardano la natura stessa del testo (si discute se sia un’epigrafe funebre o votiva), la sua struttura metrica, la facies dialettale nonché la componente onomastica. Proprio a partire da un riesame di quest’ultima è possibile prospettare un’esegesi complessivamente diversa del testo, che coinvolge tutti gli elementi sopra elencati.
2 marzo 2010
MONICA L’ERARIO, ALCUNE TRACCE SULL’ORGANIZZAZIONE DELLA VENDITA DELLA LANA NEL MONDO GRECO*
Il seminario si è concentrato sull’analisi di alcune testimonianze letterarie ed epigrafiche inerenti al commercio della lana nel mondo greco, un ambito di studi penalizzato dalla estrema povertà della documentazione. Dallo spoglio delle fonti emergono tuttavia alcune interessanti informazioni generali relative alla ‘pesatura’ della lana e allo status dei commercianti di lana (ἐριοπῶλαι), e specifiche sulla qualità e sul pregio delle produzioni laniere di alcune città del Mediterraneo (in primis Mileto e Taranto). Particolare approfondimento è stato dedicato all’analisi del regolamento per la vendita della lana di Erythrai (I.Erythrai I 15) e a una lista di imposte sulla vendita proveniente dall’agora di Magnesia sul Meandro (I.Magn. 121).
*Argomento connesso alla tesi di dottorato in Storia Antica, in corso di preparazione, “Catalogo e interpretazione funzionale e storico-economica dei cosiddetti ‘oscilla’ di Taranto”, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; tutor: prof.ssa Maria Letizia Lazzarini
15 aprile 2010
GABRIELLA BEVILACQUA, LE ISCRIZIONI GRECHE DI ROMA. VISITA ALLA GALLERIA LAPIDARIA (MUSEI VATICANI)
La visita si inserisce nel programma del modulo di Epigrafia Greca per la Laurea Triennale (a.a. 2009/2010): “Le iscrizioni come fonte per la conoscenza della società greca”, con esercitazioni pratiche di lettura, trascrizioni e studio dei testi. I documenti più rappresentativi, opportunamente fotografati, costituiranno l’oggetto di un seminario sulle iscrizioni greche di Roma nel prossimo a.a.
I Musei Vaticani, con il Museo Chiaramonti e la Galleria Lapidaria, ospitano la collezione epigrafica urbana più prestigiosa, che vede riunite circa 5000 iscrizioni, pagane e cristiane, per lo più latine e, in numero minore, greche, rinvenute soprattutto a Roma e nel Lazio.
Le iscrizioni greche, oltre alle prevalenti funerarie, in prosa e in versi, alcune delle quali di interessante valore poetico, comprendono anche iscrizioni di carattere pubblico, dediche sacre, frammenti di corone agonistiche, firme di artista.
20 aprile 2010
KAROLINA SEKITA, AN ATTEMPT AT RECONSTRUCTION OF THE RITUAL SCENARIO ON THE ORPHIC GOLD TABLETS*
The paper presents the hypothesis of probable ritual scenario contained in the so-called Orphic gold tablets. The arguments provided are based on the affinities with texts of the hieros logos type. Both the internal and external evidence indicates that the tablets could have been a testimony of a specific ritual, a kind of praeparatio ad moriendum by being initiated into somebody else's death.
*Argomento connesso alla tesi di dottorato in Storia Antica, in corso di preparazione, “Hades. The God of the Netherworld and the Realm of the Dead in Greek Beliefs of the Archaic and Classical Periods”, Uniwersytet Warszawski (University of Warsaw); tutor: prof. Włodzimierz Lengauer.
27 Aprile 2010
GIULIA TOZZI, IL DECRETO ONORARIO PER LICURGO IG II-III 457+3207. NUOVI SPUNTI DI STUDIO*
Il noto decreto in onore dell’oratore Licurgo, tramandato sia per via epigrafica (IG II-III 457+3207) che letteraria (Plut., Mor., 851F-852E), pur essendo stato più volte oggetto di studio, presenta ancora alcune questioni non del tutto risolte sulle quali è necessario fare chiarezza. In questo lavoro, dopo un’attenta disamina dello status questionis, le due testimonianze (epigrafica e letteraria) sono analizzate e separatamente e in rapporto l’una con l’altra, al fine di comprendere in particolare la genesi e l’affidabilità storica delle stesse; infine, si discute sulla collocazione della iscrizione in base alle notizie di scavo.
*Argomento tratto dalla tesi di laurea in Epigrafia Greca, discussa a Roma, Università degli Studi “La Sapienza”, il 22 gennaio 2010, “Il teatro di Dioniso ad Atene. Pluralità di valenze e funzioni attraverso la documentazione epigrafica”; relatore: prof.ssa Maria Letizia Lazzarini, correlatore: prof. Albio Cesare Cassio.
4 Maggio 2010
GABRIELLA BEVILACQUA, ESSERI RAPITORI E DIVINITÀ FEMMINILI VENDICATRICI: NUOVI ASPETTI DEL MONDO INFERO DAL PANTHEON DELLE DEFIXIONES*
Dai primi risultati di un lavoro in corso sulla religiosità dei documenti magici greci e latini emergono nuove prospettive di interpretazione e una visione estremamente mobile del pantheon infero, pronto ad accogliere entità divine, figure mitiche e personificazioni varie ed inusuali, in molti casi inedite. Argomento del seminario, di cui si è data un’anticipazione nel Seminario Avanzato di Epigrafia Greca (Bologna, 15-17 gennaio 2009), è l’analisi di tre figure mitiche femminili, Eos-Aurora, Ino-Leucotea e Althaia, che, per la prima volta, fanno la loro comparsa in tre defixiones rispettivamente di Roma, Panticapaeum e Megara e che sembrano condividere tratti della loro storia di donne e madri tormentate e di datrici di morte. Il riesame dei testi di Panticapaeum (D. R. Jordan, SGD 1985, nr. 170) e di Megara (A. Audollent, DT, 41), ha rivelato inoltre diversi spunti interpretativi e alcune novità testuali degni di approfondimento.
*Lo studio è ora in corso di stampa nella rivista “Studi e Materiali di Storia delle Religioni” 76 (1/2010) X-X, pp. 1-24.
11 Maggio 2010
MANUELA MARI, ATENE, L’IMPERO E LE APOIKIAI. RIFLESSIONI SUI PRIMI TREDICI ANNI DI VITA DI ANFIPOLI*
È stata presentata la documentazione letteraria ed epigrafica sul breve periodo ‘ateniese’ della città di Anfipoli, in Tracia, e sui principali culti cittadini. Sono stati analizzati i rapporti politici, istituzionali e cultuali di Anfipoli con la madrepatria e la rottura delle loro relazioni durante la guerra del Peloponneso. Attraverso un confronto tra la condizione, anche giuridica, di Anfipoli tra il 437 e il 424 a.C. e quella di altri insediamenti ateniesi fuori dall’Attica sono stati ridiscussi criticamente i criteri utilizzati nella ricerca moderna per distinguere la natura delle apoikiai e quella delle cleruchie in età classica.
*Tema della relazione tenuta in occasione del Convegno “Gli Ateniesi fuori dall’Attica. Modi di intervento e controllo del territorio” (Torino, 8-9 aprile 2010), a cura di Enrica Culasso.
12 maggio 2010
DAVIDE COMUNALE, IL TEMPIO DI IUNO SOSPITA SOTTO LA CHIESA DI S. NICOLA IN CARCERE. VISITA ALL’AREA ARCHEOLOGICA
L’opportunità di questa visita è stata suggerita dal dott. Davide Comunale, studente del modulo di Epigrafia Greca per la Laurea Specialistica (“Paides e Parthenoi: i ragazzi e le ragazze nella società greca”, parte II: “Le ragazze”, docente: Gabriella Bevilacqua) e componente del Centro Ricerche Speleo Archeologiche "Sotterranei di Roma" (www.sotterraneidiroma.it), cui si devono i lavori di scavo e di studio dei sotterranei di S. Nicola in Carcere, la loro manutenzione e fruibilità.
Lo spunto è stato offerto dalle affinità rituali riscontrate nel corso delle lezioni tra il culto di Era e quello di Iuno Sospita in relazione ai riti di passaggio connessi alla natura di Era come ‘vergine-sposa’ e al suo rapporto con le acque (cfr. Paus, II 38, 2: inoltre vi si trovano [a Nauplia] un santuario di Posidone, dei porti e una fonte chiamata Canato: gli Argivi dicono che ogni anno Era vi si bagna e vi recupera la sua verginità”).
La Basilica di S. Nicola in Carcere, situata nella zona del Foro Olitorio e del Teatro di Marcello, nasconde al suo interno un tesoro di inestimabile valore archeologico. Vi si trovano infatti le vestigia dei tre templi che componevano l’area sacra del mercato delle verdure della Roma alto-repubblicana: le fondazioni del tempio di Iuno Sospita, risalenti al III sec. a.C. e più volte rimaneggiate, il podio del tempio di Ianus e i resti del tempio di Spes, le cui colonne campeggiano ancora oggi sulle pareti esterne della chiesa.
18 Maggio 2010
PAOLA LOMBARDI, I TIRI EN POTIOLOIS KATOIKOUNTES: MOLTE DOMANDE E POCHE RISPOSTE
Dal corpus in preparazione delle Iscrizioni Greche della Campania, connesso al progetto nazionale “Iscrizioni Greche d’Italia”, si traggono tre importanti documenti di Pozzuoli relativi alla comunità dei Tiri. Le epigrafi, seppure note da molto tempo (la più importante, quella della "statio dei Tiri" - IG XIV 830 - è conosciuta sin dal 1600), non sono mai state studiate nel loro complesso. Nella ricerca in corso si è cercato soprattutto di mettere in relazione le vicende dei Tiri di Puteoli in età romana con le contemporanee vicende dei Tiri di madrepatria; in particolare si è affrontato il rapporto tra la presenza del "dio di Sarepta" a Puteoli e i rapporti di dipendenza da Tiro della suddetta località nel corso dello stesso periodo. Si è altresì proposta un'interpretazione diversa dell'"edificio con portico" di Pozzuoli tradizionalmente definito come statio dei Tiri.
25 Maggio 2010
SARA CAMPANELLI, VISITA A LAVINIUM (PRATICA DI MARE): MUSEO ARCHEOLOGICO, HEROON DI ENEA, SANTUARIO DEI XIII ALTARI
In connessione con i moduli di Epigrafia Greca e Antichità Greche per la Laurea Specialistica dal titolo “Paides e Parthenoi: i ragazzi e le ragazze nella società greca” I-II (a.a. 2009/2010; docenti: Gabriella Bevilacqua - Paola Lombardi), si è pensato di proporre la visita al Museo Archeologico dell’antica Lavinium (attuale Pratica di Mare), che dedica una sala al locale culto di Minerva Tritonia, divinità preposta ai riti di passaggio legati ad alcune fasi cruciali della vita umana (ingresso nell’età adulta, matrimonio, nascite). L’ascendenza greca del culto, rivelata dall’iconografia della dea e dal richiamo all’appellativo virgiliano Tritonia, che accomuna Pallade e la Minerva lavinate (Aen. II 171; 615; V 704; XI 483), si inquadra nel più vasto contesto della leggenda di Enea nel Lazio e del suo sbarco sulla costa antistante la futura Lavinium, in un’area che con la tomba a tumulo tradizionalmente attribuita all’eroe, l’attiguo santuario dei XIII Altari e i materiali qui rinvenuti (ceramica, statuette votive, iscrizioni) offre significativa testimonianza della sintesi interculturale prodottasi in questi luoghi tra elementi indigeni, greci, latini ed etruschi.
Chiunque fosse interessato a comunicare i propri “lavori in corso” nell’ambito dei nostri seminari può contattare:
Gabriella Bevilacqua gabriella.bevilacqua@uniroma1.it
Sara Campanelli saracampanelli@libero.it